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Kristu Bakhtas

Migliaia di indù in India, in particolare dentro e intorno alla città santa indù di Varanasi nello stato dell’Uttar Pradesh, hanno accettato Cristo come guru senza ricevere il battesimo o altri sacramenti. Conosciuto come Khristu Bhaktas o Devoti di Cristo, mantengono la loro cultura, i festival indù e vivono insieme ai loro fratelli indù. La loro fede viene espressa quando si uniscono regolarmente agli altri per Satgang (incontri di preghiera) e Sadhana (meditazione) per adorare e lodare il loro Satguru (insegnante), Gesù Cristo. Preti e fratelli della Società Missionaria Indiana, una congregazione indigena che ha avuto inizio a Varanasi, l’eterna città dell’induismo, assiste il movimento di Khristu Bhaktas.
Ukanews, I cristiani anonimi dell’induismo 13 novembre 2019

Matricola 75190

Il racconto di Liliana Segre, l’esperienza di una bambina nei lager nazisti. Certe cose si sanno, ma si cerca di rimuoverle, come se fossero un brutto sogno. Eppure bisogna ricordare, perché altrimenti c’è il pericolo di ripetere certi orrori. Quello che mi sconvolge è l’omertà di chi ha visto e si è girato dall’altra parte. Lo capisco. Forse avrei fatto anch’io la stessa cosa. Ma questo non deve più capitare. Perché oggi sappiamo e non possiamo più tirarci indietro. Bisogna reagire insieme. E soprattutto bisogna aver fede in un mondo migliore. Sapendo che il male assoluto si sconfigge solo con il bene assoluto. E la Croce ne è un segno.

Tempo Ordinario C – 33. Domenica

Un mondo nuovo

La liturgia di questa domenica mette in luce la necessità per i cristiani di impegnarsi per una società più giusta e solidale. Nella prima lettura viene presentata la visione apocalittica tipica del giudaismo secondo la quale un giorno Dio interverrà in questo mondo per ristabilire il giusto ordine. I malvagi saranno distrutti mentre per quelli che temono Dio sorgerà un sole di giustizia. È un messaggio di speranza che aiuta i buoni a non cedere alla disperazione e a operare per il bene, nonostante tutti gli ostacoli. 

Nel brano del vangelo si rispecchia la situazione delle prime comunità cristiane, immerse in un mondo profondamente ingiusto e violento. In esse molti cristiani, influenzati dai discorsi dei predicatori apocalittici (i falsi profeti), pensavano che i mali della società in cui vivevano fossero il segno dell’imminente ritorno di Gesù e della fine del mondo. Attribuendo a Gesù lo stesso linguaggio apocalittico, l’evangelista li mette in guardia nei confronti di uno sterile catastrofismo. La fine del mondo verrà, ma questo non è ancora il momento stabilito da Dio. È vero che stanno capitando terribili cataclismi, guerra e rivoluzioni, unitamente alla venuta di falsi profeti e alla persecuzione dei cristiani. Ma tutto ciò fa parte della storia umana. È in questo  mondo, così com’è, che i cristiani devono testimoniare i valori del Vangelo. Non serve evadere dalla realtà e rifugiarsi in un futuro meraviglioso quanto imprevedibile. Bisogna assumersi le proprie responsabilità e operare in questo mondo cercando di renderlo più umano e solidale. 

Nella seconda lettura si dice in che modo possiamo migliorare questo mondo. Lo strumento a nostra disposizione è il lavoro. Ciascuno è invitato a lavorare con le proprie mani. Chi non lavora non mangi. In un momento in cui il lavoro sembra mancare e la disoccupazione aumenta, le parole attribuite a Paolo rappresentano un invito a non darsi per vinti e ad accettare anche i lavori più umili ma necessari per il bene della società. Al tempo stesso queste parole sono un appello agli imprenditori perché creino posti di lavoro e al governo perché non scoraggi l’iniziativa personale, ma la favorisca e la sostenga.

La fede ci dà un supplemento di coraggio e di lungimiranza per affrontare i problemi di questo mondo, con la disponibilità a pagare di persona perché il sole di giustizia, di cui parla la prima lettura, cominci a splendere già da oggi. Ai discepoli di Gesù non è consentito ritirarsi dalla società, formando un piccolo guppo di eletti, con propri riti e concezioni, nell’attesa di un intervento risolutore da parte di Dio: la loro attesa di un mondo nuovo deve esprimersi nell’impegno per la giustizia e la solidarietà fra tutti i membri della società e fra tutte le nazioni del mondo.