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Le messe virtuali

“Cerchiamo di essere chiari: non possiamo davvero “partecipare” a una messa virtuale non più di quanto possiamo condividere una stretta di mano, un abbraccio o un bacio virtuali. Alcune cose richiedono una presenza reale. È incredibile quanti sacerdoti e persone cattolici sembrano averlo dimenticato. Karl Rahner, che fu uno dei più importanti teologi nei primi anni successivi al Concilio Vaticano II (1962-65), ebbe un chiaro senso di cosa significherebbe essere credenti nell’era post-confessionale. “Il cristiano del futuro sarà un mistico o non esisterà affatto”, ha detto il gesuita tedesco. Da allora altri teologi hanno discusso se avesse ragione o no. E hanno persino discusso su cosa intendesse dire. Ma sembra che il punto fosse che i cristiani in un mondo largamente scristianizzato dovrebbero trovare la loro unione con Dio, non in luoghi e cose che la religione primitiva segna come “sacri”, ma in ciò che essa detesta come “mondano”.
Da La Croix del 24/04/2020

La mia spiritualità

Una bellissima intervista a Elena Oriani, tutta da leggere:
Elena Oriani, radici profonde e ali leggere

Mi limito a riportare questa “confessione”:
“La mia spiritualità pervade la mia vita. Non mi accontento delle apparenze, vado in profondità. Credo in un’Entità superiore che regola il tutto, che è dentro di noi, in ogni cosa. Per me è fondamentale mettersi in ascolto del divino che c’è in noi, riconoscere il divino in ogni dove. Non siamo solo corpo, emozioni, sentimenti e pensieri, siamo anche anima e spirito.”

Beneficenza e/o solidarietà

La Germania in questo dopoguerra è stata all’avanguardia nell’aiuto alle popolazioni più povere del pianeta. L’ho visto personalmente dall’osservatorio dei paesi in via di sviluppo. Ora la pandemia del Coronavirus sta facendo un miracolo: la Germania è costretta a passare dalla beneficenza alla solidarietà. E questo significa non semplicemente dare ma condividere. Per esempio accettando di far emettere dalla BCE i famosi Euro-bonds. E lo stesso discorso riguarda anche noi in diversi campi. E la Chiesa? Nessuna organizzazione ha fatto tanta beneficenza come la Chiesa. Ma in campo di condivisione a che punto siamo? Come giustificare le grandi disparità tra clero e laici, uomini e donne, ricchi e poveri, chi fa la beneficenza e chi la riceve? Oggi la pandemia ci insegna che solo la solidarietà ci può salvare. Continuo a chiedermi perché quello che dovremo fare per forza non lo facciamo per amore.