Tempo Ordinario B – 03. Domenica
Il tema del vangelo di questa domenica è la venuta ormai prossima del regno di Dio annunziato da Gesù. La prima lettura è stata scelta per introdurre questo tema. Giona però non porta a Ninive un lieto annunzio, ma un annunzio di sventura: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». L’autore di questo libretto non dice quale fosse il peccato di questa grande città, ma lo possiamo dedurre dalle accuse dei profeti, in modo speciale di Naum, che descrive la distruzione della città: idolatria, ingiustizia, sfruttamento e oppressione nei confronti dei più deboli. Nella predicazione di Giona però era implicita una buona notizia: la possibilità per i niniviti di essere preservati da tale castigo a patto che si convertissero. È quanto essi fanno e Dio cambia idea ed evita di fare il male che aveva minacciato.
Secondo il vangelo di Marco invece Gesù non pone nessuna condizione. Il suo vangelo è una buona notizia perché annunzia che Dio agisce di sua iniziativa e gratuitamente per trasformare il mondo. Il suo regno consiste in un mondo nuovo, dove tutti sono fratelli e sorelle e condividono in pace i doni che Dio ha fatto a tutti i suoi figli. Per lui la conversione consiste non in una confessione dei peccati o in riti penitenziali come quelli praticati dai niniviti o il battesimo amministrato da Giovanni il Battista, ma semplicemente nel credere a questa buona notizia, lasciandosi coinvolgere nella nuova realtà a cui Gesù dava inizio. Tutto il resto sarebbe scaturito spontaneamente da questa scelta. Come esempio dell’efficacia di questa buona notizia l’evangelista riferisce la chiamata dei primi discepoli, i quali sono così fortemente attratti da Gesù da lasciare tutto per mettersi al suo seguito. Il costituirsi del gruppetto dei discepoli è il segno più evidente che Dio sta già realizzando il suo regno.
Ma allora che cosa implica la chiamata di Gesù? Lo spiega Paolo nella seconda lettura quando invita i corinzi a vivere «come se…». Questa espressione potrebbe essere interpretata come un invito all’ipocrisia. Invece con essa Paolo li esorta a non dare un valore assoluto ad alcuna realtà terren:, i soldi, il matrimonio e la famiglia, le gioie e i dolori della vita. In altre parole, Paolo invita ad adottare nei rapporti con gli altri una logica nuova, che è quella dell’amore e della solidarietà. Infatti questo mondo è destinato a finire mentre i valori del regno di Dio rimangono in eterno.
La chiamata a seguire Gesù esige anche da noi la disponibilità ad aprire gli occhi, a vedere l’opera di Dio che si realizza già ora mediante tanti uomini e donne di buona volontà, che si lasciano affascinare dai valori del Regno da lui annunziato. Ciò implica un cambiamento radicale di mentalità che comporta un diverso modo di vivere. Seguire Gesù non significa essere muti consumatori di servizi religiosi ma impegnarsi per un mondo nuovo, conforme ai valori del vangelo.
Sintesi videoconferenza
Ai tempi di Gesù era forte l’attesa di una venuta imminente del regno di Dio, cioè di una diversa convivenza civile caratterizzata dalla libertà e dalla giustizia. L’idea generale era che questo regno sarebbe stato attuato da Dio e avrebbe avuto come centro il popolo di Israele. Gesù ha fatto propria questa attesa ma l’ha corretta annunziando, in contrasto con le correnti nazionaliste del suo tempo (vedi Giona), la misericordia e non il giudizio di Dio, riservando il primo posto gli ultimi (vedi le beatitudini) ed escludendo ogni tipo di violenza in favore della solidarietà e della fratellanza. I primi cristiani hanno sostituito l’attesa del regno di Dio con l’attesa del ritorno imminente di Gesù e poi con la promessa del paradiso, a cui si accede dopo la morte in forza dei meriti di Cristo. Con la tragica morte di Gesù è apparso chiaro che la venuta del regno di Dio non era un evento che si sarebbe verificato a breve o lunga scadenza, ma un ideale, un’utopia da perseguire nella storia umana come proposta di vita valida non solo per l’individuo, per un popolo o una comunità religiosa ma per tutta l’umanità. La riscoperta del regno di Dio come centro del messaggio di Gesù è avvenuta in tempi recenti. Essa comporta un grande impegno sociale e il superamento di ogni particolarismo ed esclusivismo all’insegna della non violenza. Questo messaggio tocca le fibre più profonde dell’animo umano ed è l’unico capace di intercettare le attese anche delle giovani generazioni.