Tempo di Quaresima C – 1. Domenica
All’inizio della quaresima la liturgia propone una riflessione sul tema della tentazione. Nella prima lettura è riportata una preghiera che gli israeliti dovevano fare quando, durante la festa di Pentecoste, presentavano a Dio le primizie del raccolto. In essa riconoscevano che la terra promessa, nella quale ora si trovavano, era un dono di Dio e quindi tutti i beni che essa produceva appartenevano a tutto il popolo. Questo rito diventava così un importante richiamo alla giustizia sociale e al superamento della grande tentazione di ogni società, quella cioè di concentrare nelle mani di pochi le risorse che dovrebbero servire al bene di tutti.
Nel brano del vangelo si racconta che anche Gesù ha avuto a che fare con la tentazione. In questa grande scena iniziale l’evangelista ha voluto indicare il senso di una prova dolorosa che egli ha dovuto affrontare durante tutto il suo ministero per esprimere fino in fondo il vero senso della sua missione. In questo racconto la tentazione è attribuita a satana. In realtà anche Gesù, come ciascuno di noi, ha dovuto confrontarsi non tanto con un agente esterno quanto piuttosto con il suo essere uomo, sottoposto a condizionamenti apparentemente insuperabili: il bisogno del pane, con tutto ciò che esso comporta in campo economico, il bisogno di riconoscimento, il bisogno di potere. In altre parole, la tentazione di Gesù era quella di una leadership populista, basata sul favore delle folle, orientata a una rivoluzione cruenta contro il potere dominante. Con il ricorso alla parola di Dio, contenuta nella Bibbia, Gesù vince la tentazione accettando di essere il Messia dei poveri e degli ultimi. Diversamente da Matteo, Luca mette all’ultimo posto la tentazione che ha avuto luogo sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme: per lui la vera grande tentazione che Gesù, come qualsiasi essere umano, dovrà affrontare è quella della sofferenza e dalla morte che lo attendono nella città santa. Ma è proprio da questa prova, accettata e superata con fede e coraggio, che scaturisce la salvezza.
E’ di questa salvezza che parla Paolo nella seconda lettura, affermando che essa si attua solo mediante la fede in Gesù. Una fede che è possibile anche a chi non lo ha mai conosciuto perché consiste appunto nel superamento delle tre grandi tentazioni a cui egli, come ogni essere umano, è stato sottoposto.
La storia umana è percorsa da grandi tentazioni: ingordigia, soldi, potere, successo. Anche Gesù ha dovuto affrontare queste tentazioni e le ha superate, fino ad accettare con coraggio una morte dolorosa e umiliante. Con lui anche noi possiamo superare le tentazioni che incontriamo nel nostro cammino. Ma spesso soccombiamo, con conseguenze a volte disastrose. Ma le sofferenze che ne derivano possono essere preziose opportunità per fare un passo in avanti nella ricerca di una società più giusta e solidale. Tutto dipende da come le affrontiamo.
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