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Le donne e il futuro della Chiesa

Lo scorso 28 luglio è morto all’età di 104 anni il teologo francese Joseph Moingt. Voglio ricordarlo riportando un lucido articolo intitolato Le donne e il futuro della Chiesa. In sintesi p. Moing afferma che solo aprendosi a una piena partecipazione delle donne, su un piano di parità, la Chiesa può far fronte all’inesorabile declino a cui sta andando incontro. Non posso far altro che condividere quanto Moingt dice. Solo ho paura che sia troppo tardi. Man mano che passano gli anni mi appare sempre più chiaro il senso delle parole di Gesù: “Vino nuovo in otri nuovi”. Oggi si richiederebbe un cambio di marcia che forse era possibile cinquant’anni fa, quando sulla scia del Concilio Vaticano II si prospettava un vero cambiamento nella Chiesa. Allora le persone disponibili c’erano, si poteva affrontare la sfida dei tempi. Oggi è diverso. Non perché l’opposizione di chi detiene gli otri vecchi si è fatta più aggressiva e intransigente, ma perché i migliori se ne sono andati ormai da tempo. Sì, è vero, bisogna aver fiducia nello Spirito Santo, ma non sappiamo dove spira. E forse sta preparando un nuovo inizio, con otri veramente nuovi.

Immacolata Concezione

La vocazione di Maria

Nella festa dell’Immacolata Concezione si celebra Maria concepita senza il peccato originale. Questa dottrina, proclamata solo nel 1854 dal papa Pio IX, si basa sul presupposto che Maria è stata preservata dal peccato originale in vista dei meriti di Gesù, l’unico salvatore del genere umano. Oggi, in un nuovo contesto culturale, è difficile immaginare che un bambino nasca con un peccato che non ha commesso. E in realtà le letture ci portano a riflettere non sul concepimento di Maria ma sulla sua vocazione.
Nella prima lettura si racconta che Dio ha detto al serpente: «Porrò inimicizia fra te e la donna, tra la sua stirpe e la stirpe di lei: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Pur nel suo carattere mitologico, questa profezia è molto significativa. Il serpente è strumento di morte, mentre la donna è la culla della vita. Non per nulla Adamo le ha dato il nome di Eva, vita, in quanto sarà madre di tutti i viventi. È questa la sua vocazione. E proprio in quanto madre la donna lungo i secoli ha combattuto contro il potere del male, prodigandosi per comunicare la vita, per difenderla e nutrirla. Ancora oggi, in tanti luoghi di questo mondo, la sussistenza della famiglia e della società è in gran parte sulle spalle delle donne.
Nel brano del vangelo si trova una bellissima scena simbolica in cui l’evangelista, alla luce dell’esperienza che di lei hanno avuto i primi cristiani, descrive la vocazione di Maria. Per mezzo di un angelo, Dio stesso si rivolge a lei e le chiede se è disposta a diventare madre. Nel corso dei secoli raramente ciò è accaduto. Ogni donna doveva comunque accettare il proprio ruolo materno. Con l’annunzio a Maria le cose cambiano, non solo perché è chiamata a diventare la madre del Salvatore, ma perché lo fa in forza di una scelta personale, di un assenso libero. Si crea così per lei una situazione nuova, estremamente rischiosa, perché si tratta di una maternità al di fuori del comune. Le sarà necessaria una buona dose di coraggio, non tanto per le modalità non convenzionali di questo concepimento, quanto piuttosto per il distacco dal figlio e per le vicende dolorose che questi dovrà affrontare. Perciò l’angelo le dice: «Non temere!». Lo stesso coraggio è richiesto oggi a molte donne che scoprono la possibilità di svolgere, proprio come donne, un servizio qualificato nella società. E per questo devono affrontare ostacoli e discriminazioni.
Nella seconda lettura si parla della chiamata di tutti i credenti in Cristo a una vita senza macchia, cioè alla santità. Certo questa chiamata riguarda anzitutto Maria. Non da sola però, ma all’interno di una comunità che può e deve progredire nel segno di una sempre maggiore consapevolezza della dignità di tutti, uomini e donne. 
Oggi la maternità non è più una fatalità ineluttabile, ma è diventata l’oggetto di una scelta libera. Almeno nel mondo occidentale. E per la donna si aprono nuovi spazi nella società e nella chiesa per esercitare la sua inimicizia nei confronti del male. È una sfida che tante donne, come Maria, sanno accogliere con grande competenza e amore. Ma spesso purtroppo l’uomo resta indietro, arroccato su posizioni patriarcali, di potere, come attestano i feminicidi che purtroppo si stanno moltiplicando. Se l’uomo e la donna non procedono di pari passo le sofferenze si moltiplicheranno, non solo per le donne ma anche per gli uomini.