Triduo Pasquale ABC – Veglia pasquale


La salvezza nella storia

Il lezionario prevede per la Veglia pasquale nove letture bibliche, sette dell’Antico Testamento e due del Nuovo, che sono un compendio dei momenti fondamentali della storia della salvezza. Fra queste letture esiste un ordine d’importanza. Le prime tre raccontano la creazione (Gn 1,1-2,2), il sacrificio di Abramo (Gn 22,1-18), l’uscita dall’Egitto (Es 14,15–15,1). Esse sono ritenute essenziali perché ricordano gli eventi fondanti della storia della salvezza, che ha inizio nella creazione di questo mondo e della chiamata di un popolo che deve svolgere un ruolo di testimone del piano di Dio in questo mondo e nella sua storia.

Seguono poi i testi profetici nei quali appare la promessa di un futuro nel quale si attueranno le promesse di Dio. Anzitutto sono proposti due testi isaiani (Is 54,5-14 e 55,1-11), i quali annunciano una promessa divina di salvezza e una nuova alleanza dopo il dramma dell’esilio. In Is 54,1-17 il Signore trasforma la città-sposa, afflitta, scossa e sconsolata, nella nuova Gerusalemme e così facendo conferma la sua volontà di mantenere per sempre l’alleanza stabilita. Quest’alleanza eterna si allarga in Is 55,1-11 a tutti coloro che, dopo l’esperienza del deserto, ritornano al Signore e si convertono. A questi due testi fa seguito Bar 3,9-15.32-4,4 in cui la sapienza che viene da Dio ed è donata a Israele richiama il Verbo, cioè la Parola della Sapienza che prende dimora non più nella Legge ma nella persona di Gesù. Infine Ez 36,16-28 contiene la grande promessa dell’intervento di Dio che raduna i dispersi di Israele, li purifica con acqua pura da tutti i loro peccati e concede loro un «cuore nuovo» e uno «spirito nuovo». Dopo questo rinnovamento interiore, il Signore pronuncia la formula di alleanza «Voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio» (v. 28), che funge da conclusione dei passi profetici. Nel contesto della Veglia questi passi richiamano le promesse di Dio per tutti i popoli e per tutti i tempi e annunziano che esse si sono realizzate nella morte e nella risurrezione di Gesù. Questo evento è attestato infine nei due testi del Nuovo Testamento riportati come punto d’arrivo di tutta la riflessione vigiliare: Rm 6,3-11 e, a seconda dell’anno liturgico, Mt 28,1-10; Mc 16,1-7; Lc 24,1-12.

Infine è significativo il fatto che nella quinta (Is 55,1-11) e nella settima lettura (Ez 36,16-28) spicca l’immagine dell’acqua, mentre nella sesta (Bar 3,9-15.32-4,4) prevale quella della luce. Nella tradizione cristiana ambedue evocano il battesimo, che non a caso è menzionato esplicitamente nella eucologia dopo il testo di Baruc e il salmo responsoriale: «O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa chiamando nuovi figli da tutte le genti, custodisci nella tua protezione coloro che hai fatto rinascere dall’acqua del Battesimo». La luce della sapienza diventa la luce di Cristo Risorto che noi riceviamo per essere a nostra volta luce per il mondo.

I passi dell’Antico Testamento, proclamati alla luce del cero pasquale che rappresenta Cristo luce del mondo, non solo ricordano la storia di cui Gesù è il protagonista, ma continuano tuttora ciò che Cristo risorto ha fatto un giorno con i discepoli di Emmaus: «E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27).