Epifania ABC
L’Epifania è la festa nella quale i cristiani riflettono sul carattere universale della loro fede. Nella prima lettura, ricavata dalla terza parte del libro di Isaia, si descrive un evento futuro che riguarda il destino di Israele. Un giorno Gerusalemme, città in cui, secondo la fede israelitica, Dio ha posto la sua dimora, si riempirà di luce. Allora a essa affluiranno tutte le genti, attratte dalla luce di Dio, portando con sé i loro doni: l’oro come segno della loro adesione alla regalità di Dio e l’incenso, simbolo della loro partecipazione al culto. Secondo il profeta i popoli otterranno la salvezza, ma solo se si aggregheranno a Israele e daranno culto al suo Dio.
Secondo Matteo la promessa riportata nel libro di Isaia si è realizzata con la venuta di Gesù. La visita dei magi alla sua culla rappresenta per loro l’anticipo simbolico di un grande pellegrinaggio di popoli che in diversi modi avrebbero aderito a Cristo, accettando il suo messaggio e mettendolo alla base della loro esistenza. I doni che i magi portano sono gli stessi ricordati da Isaia ai quali si aggiunge la mirra, con cui si anticipa nuovamente il destino doloroso del bambino. Purtroppo, secondo Matteo, il re Erode e tutta Gerusalemme, invece di rallegrarsi per la nascita del re dei giudei, sono turbati ed Erode pensa già come eliminarlo. In questa scena l’evangelista vede l’anticipazione del dramma che porterà una parte consistente del popolo giudaico a rifiutare il suo Messia.
L’autore della lettera agli Efesini, da cui è ripresa la seconda lettura, attribuisce a Paolo la rivelazione di un mistero nascosto alle precedenti generazioni, in forza del quale le genti sono chiamate a condividere con i giudei che avevano creduto in Cristo le promesse fatte al popolo di Israele. Anche per questo autore le promesse fatte dai profeti si stanno realizzando per mezzo di Gesù.
La venuta dei magi significa simbolicamente l’adesione a Cristo di gente di ogni colore e lingua che attraverso di lui hanno ottenuto la salvezza. Oggi però siamo consapevoli che la stessa salvezza raggiunge in molti modi anche i fedeli di altre religioni e coloro che si dicono atei ma praticano i valori evangelici. Il compito dei cristiani non è dunque più quello di convertire più gente possibile al cristianesimo ma di entrare in dialogo con tutti gli uomini di buona volontà per dare vita a un mondo migliore in cui prevalgano i valori evangelici della pace, della giustizia e della solidarietà.
Epifania – Ricercatori di verità
Se stiamo a quanto i magi hanno detto a Erode, essi hanno vagabondato per due anni prima di giungere a Betlemme. E dire che conoscevano bene le stelle! Ma forse quella che avevano individuato appariva loro a intermittenza. E allora dovevano chiedere la strada alle persone del posto in cui si trovavano, come d’altronde hanno fatto a Gerusalemme, dove si sono rivolti niente po’ po’ di meno che al sovrano regnante. Con le conseguenze che sappiamo per quei poveri bambini di Betlemme. Ma la cosa più strana è che, una volta arrivati alla meta, dopo aver consegnato i loro doni alla sacra famiglia, se ne vanno, riprendendo un viaggio che senz’altro sarà durato ancora per parecchio tempo.
La vicenda di questi personaggi leggendari è illuminante anche per noi. Essi esprimono il nostro bisogno di luce, di verità, che ci spinge a una ricerca che non approda mai a una meta definitiva e scontata. Certo esiste una verità somma, ma non è a nostra portata. Noi possiamo cogliere solo qualche frammento di verità che ci aiuta ad andare avanti nella nostra ricerca, pur con tutti i dubbi e le incertezze del caso. E ci rendiamo conto che le verità definite, non negoziabili, sono un inganno che blocca quella ricerca di senso che fa di noi degli esseri pensanti.
Neppure l’incontro con Gesù di Nazaret può porre fine alla nostra ricerca. Anche lui era come noi un ricercatore di verità e come tale non poteva darci soluzioni definitive. Come autentico ricercatore, non ci ha rivelato verità assolute ma ci ha indicato la direzione verso cui procedere. Come la stella dei magi che appare e scompare, lasciandoci a volte nel buio dei nostri dubbi e delle nostre incertezze. Ma proprio la strada che lui ci indica è quella che dà senso alla nostra ricerca. Essa è riassunta nella prima parola della sua preghiera: Padre. Una semplice parola che ha un grande significato: questo mondo in cui viviamo non è preda del caos ma è frutto di un amore che non può venir meno. Nonostante tutto!
Al rivedere la stella” provarono una gioia grandissima”. L’avevano persa di vista attardandosi da Erode, ma ora eccola lì di nuovo a guidare il loro cammino.
La grande ricchezza dei magi è di essere persone, uomini, sempre in ricerca sempre stimolati da questa luce interiore che a volte sembra scomparire di fronte alle difficoltà della vita. Ma voglio credere questa Luce, questa “guida ai nostri passi” verso la meta cui tende il cuore sia sempre viva in noi.
Solo che, come si dice per le stelle, di giorno sembrano scomparire, ma ricompaiono ogni notte…