La mia spiritualità
Una bellissima intervista a Elena Oriani, tutta da leggere:
Elena Oriani, radici profonde e ali leggere
Mi limito a riportare questa “confessione”:
“La mia spiritualità pervade la mia vita. Non mi accontento delle apparenze, vado in profondità. Credo in un’Entità superiore che regola il tutto, che è dentro di noi, in ogni cosa. Per me è fondamentale mettersi in ascolto del divino che c’è in noi, riconoscere il divino in ogni dove. Non siamo solo corpo, emozioni, sentimenti e pensieri, siamo anche anima e spirito.”
Mi fanno specie le voci (quanto aderenti alla realtà?) di un bisogno diffuso di messe, riti, celebrazioni. Sembra che la macanza abbia acuito un bisogno prima sopito. Ma di che cosa si tratta? Forse nel momento della paura, dell’insicurezza, ogni essere umano ritorna bambino e cerca rifugio nel seno materno o sotto la protezione dell’autorità paterna. Ma è un recupero del senso religioso o un ritorno al passato, quando l’unico rifugio per l’uomo solo e spaventato era Dio? Detto questo, ho l’impressione che non si tratti di un ritorno del sacro ma di un tentativo delle gerarchie di riconquistare un ruolo che è stato perso per sempre: le chiese vuote sono un simbolo molto significativo di una realtà che è ormai sotto gli occhi di tutti, almeno nel nostro mondo occidentale. Ma questo non significa la fine di una ricerca di spiritualità che anzi oggi sta emergendo con una forza inusuale. Saprà la Chiesa liberarsi da vecchi schemi per dare una risposta a questa attesa? La spiritualità non è assente nella grande tradizione cristiana, ma bisogna riscoprirla in mezzo alle macerie di una struttura che con il tempo è stata sacralizzata.
“….un tentativo delle gerarchie di riconquistare un ruolo….”
credo anch’io che il vuoto delle chiese spaventi le gerarchie……….e aggiungo che auguro loro di essere spaventate fino in fondo, nel senso profondo, in modo che il “vuoto” accettato, provochi una “conversione”, una necessità di cambiare, di capovolgere la mentalità per creare quella del Regno. Perciò non bisogna piangere su un vuoto di riti, di presenze, ma sul vuoto della vita, coerente con il VANGELO, sul vuoto della solidarietà, sul vuoto della giustizia, sul vuoto del vero amore..
E mi auguro anche che in tutti noi avvenga questa RESURREZIONE. Nuova…….vivendo in questo periodo così particolare, che può essere fonte di rinnovamento, un’occasione, un tempo opportuno.
L’intervista rivela veramente una bella persona e fanno riflettere le sue modalità di vita. Mi soffermo sul brano che Sandro ci evidenzia perché mi trovo molto in sintonia.
Se la religione è divenuta (per me) sinonimo di struttura istituzionale, organizzata, dogmatica, penso invece la spiritualità umana come quella forza, quell’energia che unisce gli uomini tra loro e anche con la terra e l’universo intero e suscita in noi l’anelito verso il Mistero … la spiritualità porta a un’esperienza di pienezza, di concentrazione sull’essenziale, sulla coscienza dell’essere vivi, è la pienezza di vita intorno a cui ruota il vangelo “Io sono venuto perché abbiate la vita, una vita vera e completa”, non delle regole, dogmi, precetti … pienezza di vita e di libertà.
La spiritualità ci porta a valorizzare la nostra vita interiore, a farla crescere creando situazioni nuove: il cammino non è tutto prefissato, costellato di suggerimenti o comandi, la verità cui tendere non è assoluta. Una religione circoscritta, rinchiusa nella sua tradizione e nel suo credo immodificabile, non può oggi in un mondo globalizzato essere riferimento assoluto per tutti, risposta universale. E’ proprio dicendoti che cosa è la verità che la religione ti impedisce di scoprirla, ti appiattisce su immagini, idee pensate da altri, ti soffoca ogni desiderio di ricerca. La spiritualità al contrario ti lascia navigare in spazi liberi, dove trovi l’altro che come te sta cercando e gli uomini, le loro domande, le loro attese si uniscono e restano aperte nella ricerca di quella fiducia e speranza cui anela ogni uomo.