Gesù io non lo amo, ma lo stimo immensamente
Questa frase è attribuita a don Gino Rigoldi da Nando Dalla Chiesa in un articolo del Fatto Quotidiano di oggi. Non so se sia giusto distinguere “amare” da “stimare”. Io distinguerei invece tra “seguire” e “adorare”. Il cristiano è colui che segue Gesù, e in questo senso lo stima e lo ama. Ma l’adorazione è un’altra cosa. Essa fa parte del culto della personalità, che significa proiettare su un altro i propri desideri di onnipotenza per trarne vantaggi spirituali e materiali. La liturgia cristiana non dovrebbe essere vissuta come un culto, ma come una memoria. Gesù bisogna ricordarlo per poterlo seguire e imitare, non per dargli culto o unirsi al suo culto per Dio. Nella Bibbia anche il culto a Dio è stato criticato dai profeti, i quali hanno messo al primo posto l’obbedeienza alla sua volontà.
amare e stimare – seguire e adorare. Certamente più precisi i verbi indicati da Sandro, ma credo che concettualmente il risultato è uguale.
Avvicinerei “amare” ad “adorare” e “seguire” a “stimare”: tutti i termini possono indicare due modi diversi di rapportarsi con Gesù.
Chi vede in Gesù il figlio di Dio, quindi un Gesù un po’ idealizzato, non tanto in mezzo a noi, ma alla destra del padre, vive con Gesù un rapporto i sudditanza, di adorazione, di supplica …
Chi in Gesù vede un uomo che ha vissuto nella storia, intensamente per aiutare gli altri, i più poveri, per affermarne i diritti, cerca di farselo amico, di dialogare con lui. Studia più a fondo la sua vita e il senso etico di questa, per cercare di seguirne l’esempio… così don Rigoldi e tutta l’attività umanitaria che nella sua lunga vita ha realizzato e che l’articolo del Fatto quotidiano, ricorda.