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Una politica migratoria razzista

“Non c’è una umanità di serie A e un’umanità di serie B. Fa bene Colombo a ricordare i lager libici,
dove da anni vengono perpetrati orrendi crimini. Denunciamo ovunque le violenze e non restiamo
indifferenti. Perciò plaudiamo all’accoglienza dei profughi ucraini, ma restiamo esterrefatti di fronte
a una politica migratoria evidentemente razzista che discrimina chi ha la pelle più scura: gli studenti
stranieri o i lavoratori temporanei di altre nazionalità, che erano in territorio ucraino, non sono
compresi nella protezione accordata dall’Europa. Bambini afghani, siriani, curdi restano a morire
fuori dalle nostre frontiere. Il problema è lo Stato nazionale, una forma politica discriminatoria che
ora mostra il suo volto decrepito e violento. Perciò auspichiamo una Unione europea dei popoli in
grado di superare il criterio della nazione. Chi è di sinistra, anziché prendere le parti di una nazione
contro l’altra, dovrebbe assumere il punto di vista che un tempo si diceva inter-nazionalista e che
oggi potremmo dire al di là delle nazioni”.

(da Donatella Di Cesare, Caro Colombo, pure io sto coi bimbi (tutti). Infatti dico “No armi”, in “Il fatto quotidiano” del 4/4/2022)