Suicidio assistito

I vescovi italiani hanno preso posizione contro la pssibilità di legalizzare il suicidio assistito. Credo che sia dovere dei vescovi insegnare ai loro fedeli qual è il significato della vita umana e l’esigenza di accettare la vita come un dono di Dio fino alla fine. Naturalmente con la debita distinzione tra eutanasia e rinunzia all’accanimento terapeutico. Questo non significa però che lo Stato debba adeguarsi al punto di vista di una confessione religiosa. Il legislatore deve tener conto dei diversi punti di vista e consentire (non certo rendere obbligatorie) certe scelte che in determinati casi certe persone ritengono opportune e conformi alla dignità della persona umana. Certo i rischi non mancano, e la legge deve cercare di prevenirli nel migliore dei modi. Ma non può, per evitare i rischi, privare le persone di quelle possibilità che la ragione e la scienza consentono loro. Ci sono situazioni e momenti dell’esistenza umana in cui lo Stato e la Chiesa devono ritirarsi in rispettoso silenzio.